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Politiche Giovanili

I Giovani (non) sono tutto un programma

Sailing to Bysantium (Navigando verso Bisanzio)

Quello non è un paese per vecchi.

I giovani l’uno nelle braccia dell’altro, gli uccelli sugli alberi –

Quelle generazioni morenti – intenti al loro canto,

Le cascate ricche di salmoni, i mari gremiti di sgombri,

Pesce, carne, o volatili, per tutta l’estate lodano

Tutto ciò che è generato, che nasce, e che muore.

Presi da quella musica sensuale tutti trascurano

I monumenti dell’intelletto che non invecchia.

I Giovani (non) sono tutto un programma

Nei programmi delle principali forze politiche in vista delle elezioni nazionali il panorama è desolante. Al mondo giovanile spettano solo le posizioni di rincalzo. E le briciole di testi che cubano pagine e pagine.

Per lo più il giovane –tipo che le forze politiche hanno in testa è bisognoso di pacchetti preconfezionati e precotti, come quelli delle crociere e delle offerte turistiche. Peccato che almeno in queste ultime ci sia davvero dietro uno studio e una variabilità di offerte e contenuti che nelle proposte e nei programmi non c’è. Non mancano solo le idee, manca il progetto.

Si va dal Pacchetto ‘Un Paese per giovani’ (ma questo bellissimo libro con il titolo del quale tutti fanno triti e ritriti giochi di parole ‘ Non è un paese per vecchi’ in quanti lo hanno letto davvero?) alla vaghissima ’ Valutazione dell’impatto generazionale delle leggi e dei provvedimenti a tutela delle future generazioni’ per finire con il Progetto Pensione per i giovani che hanno lavori intermittenti.

L’idea che emerge è quella di un giovane-tipo destinato ad un conclamato futuro da precario ed eterno startupper, via crucis che lo scorterà fino a una fantomatica pensione anch’essa precaria, che potrà aspirare, se è molto fortunato, a fare l’artigiano e l’agricoltore e ad avere una infarinatura sulle discipline STEM ( science, · Technology, · Engineering e · Mathematics) in una scuola altrettanto –tipo che non si sa con quali risorse diventerà, restando sempre aperta, il faro del progresso e del civismo sociale, il luogo dove mediare ogni problema e risolvere ogni questione. Peccato che per carenza di risorse e personale, o per semplice sfiducia nel prossimo, si vada nella direzione opposta e, appena calata la sera o anche in pieno giorno, tutti o quasi in questo Paese chiudano le porte, chiese incluse. Non una parola:

  • Sul valore della conoscenza di base e umanistica (necessari a valorizzare un matrimonio culturale unico al mondo ma che si conosce più all’estero che in Italia stessa): i giovani dovrebbero vedere garantito per legge il loro diritto di pensare e approfondire la conoscenza di argomenti e materie anche apparentemente (solo apparentemente) ‘improduttivi’;
  • Sulla necessità di favorire luoghi e competenze di ascolto, inclusione e ritrovo nei centri come nelle periferie; in una parola, su come costruire una società fondata sulla fiducia e sul dono (di sé stessi e dei propri mezzi), e non sul cinismo e sul disimpegno;
  • Sulle modalità per favorire l’accesso dei giovani alla politica e alle istituzioni (una piccola idea: tenere riunioni e sedute delle istituzioni locali in luoghi e orari accessibili ai giovani)
  • Su come finanziare l’ammodernamento di scuole, istituti, università;
  • Sul valore della lettura, della scrittura e della valorizzazione delle potenzialità espressive;
  • Su come evitare la dispersione scolastica;
  • Su come evitare la dispersione post scolastica ovvero l’emigrazione di risorse formate per anni dal nostro sistema scolastico al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro;
  • Su come anticipare efficacemente (e non con progetti di alternanza spesso vaghi e inconsistenti) l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro

Che ne pensate?