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Politiche Giovanili

Contatto la nuova parola rivoluzionaria

di Laura Del Veneziano

Ho letto i primi due articoli di questo blog, premetto che non sono di Siena, ma molte delle cose che ho trovato possono essere riportate pari pari ad altre realtà più o meno grandi ed in verità anche alla mia. Quindi mi è venuta voglia di scrivere.

La prima cosa che mi sono ricordata mentre scorrevo le pagine è l’intervista di Davide Calgaro, un giovanissimo comico italiano, rilasciata a Vanity Fair ormai un po’ di tempo fa, per chi avesse voglia di leggerla si trova tranquillamente facendo una ricerca sul web. L’intervista si intitola “Per capire l’Italia andate nell’area cani”. I temi che Calgaro affronta sono, manco a dirlo, alcuni di cui leggo nel blog e gli stessi di cui spesso mi raccontano i ragazzi che vengono a parlare con me.

Il divario tra generazioni è dilagante in tutta la nostra società e crea etichette, ambiguità, modi di dire, incomprensioni e soprattutto distanza! Come esseri umani ci stiamo allontanando da quello che di più umano abbiamo raggiunto e costruito nei secoli: i rapporti e le relazioni con gli altri, l’essere esseri sociali. Non mancano i contatti o i legami fra le persone, ma non sono comunque caratterizzati dalla distanza? La rete ci permette di re-stare in contatto (appunto) con una persona dall’altra parte del mondo ma non mette ad una certa distanza chi abbiamo intorno? Distanza fisica se pensiamo ai citati e-sport o ai game on line che oggi vanno alla grande, ma allo stesso tempo anche distanza emotiva… distanza di ideali, distanza di pensiero e spesso anche di opinioni che poi è un attimo e naufraga tutto in critica, (pre)-giudizio…

Abbiamo perso il confronto? Abbiamo perso l’ascolto? O ci sono venute a mancare possibilità di confronto e ascolto? Ma poi quando ne sentiamo la mancanza di queste cose, cerchiamo di ritrovarle? Come?

Ci sono alcune domande che mi girano in testa e che ho voglia di rilanciare dopo aver letto questi articoli: come si impara a protestare se nessuno ce lo ha insegnato? E perché qualcuno dovrebbe insegnarcelo? Non possiamo inventare un nuovo modo di protestare? È possibile farlo?

Da chi o che cosa ci sentiamo davvero deviati? La parola devianza non ha forse una parte di significato comune con la parola distanza? E infine contatto può essere una nuova parola rivoluzionaria?

Chissà se le cose che lasciamo in questo blog ci guideranno verso qualche risposta… di sicuro ci aiutano a riflettere e a far circolare le nostre riflessioni.