Sempre impegnata in attività rivolte alla promozione culturale, ho affrontato i periodi di vita e di lavoro trascorsi all’estero come preziose occasioni di crescita personale.
Considero la diversità una grande risorsa.
Ho vissuto la genitorialità come un dono, alternando con fatica ma senza rimpianti, periodi di studio, di lavoro e di cura della famiglia.
Insegno nella scuola superiore. Alle discipline di specializzazione ho preferito, per vocazione, la docenza nelle attività di sostegno.
In prospettiva di un diffuso benessere sociale, considero la vulnerabilità di ogni tipo, meritevole della cura di più ampio respiro.
La funzione della scuola, attraverso i percorsi formativi dedicati ad inclusione ed accessibilità, assume un ruolo fondamentale nella programmazione di ogni progetto di vita.
Nel rapporto quotidiano con la disabilità sono abituata, metaforicamente, a costruire ponti, sperimentando strategie trasversali per attraversarli con naturalezza e semplicità, senza la pretesa di assumere alcun traguardo come scontato.
L’abitudine a sciogliere nodi di complessità che limitano i processi di apprendimento e di inclusione, mi aiuta a superare i rischi di pregiudizio, stereotipo e di rigidità al cambiamento.
Il mio lavoro ha come obiettivi principali la costruzione dell’autonomia, la socializzazione e la valorizzazione del potenziale residuo di ogni studente in difficoltà.
Credo che in questa fase storica sia particolarmente importante superare la frammentazione degli interventi rivolti alla fragilità giovanile, con particolare riguardo alla disabilità, ricomponendo le condizioni strutturali e gli assetti collaborativi per mettere a sistema dei veri patti territoriali.
Sono certa che dall’unione delle forze tra famiglia, scuola, servizi sociosanitari, terzo settore, attività sportive e culturali, si possa accrescere esponenzialmente il “budget di salute” che serve a raggiungere per tutti un adeguato funzionamento sociale.
Una città sicura, accogliente ed inclusiva passa attraverso un attento e prolungato ascolto dei bisogni, a partire da quelli dei più fragili. Per questa ragione vivo la mia candidatura come la naturale conseguenza del lungo percorso di condivisione, produzione di idee e di crescita trascorso all’interno del movimento Per Siena.
Riconosco in Fabio Pacciani l’equilibrio come una delle virtù più apprezzabili e la reputo indispensabile, in questa delicata fase di passaggio amministrativo, per governare una nuova fase di sviluppo della comunità in cui vivo.

Ripuliamo Siena

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